Monday, March 22, 2010

Criminalità e parchi eolici a Girifalco (CZ)



Segnaliamo questo articolo apparso su Repubblica del 16 marzo a proposito dell’eolico a Girifalco, Calabria dove Salvatore Tolone combatte una battaglia contro il grande business energetico e la criminalità organizzata.
Sull’argomento sono state presentate anche tre interrogazioni parlamentari. Sull’eolico a Girifalco si era scritto qualche tempo fa anche a proposito della vicinanza ad un monastero bizantino delle torri.

«Sono come quei toreri incoscienti. Tutti sanno che non l’ avrò vinta, guardano l’ ora e in paese aspettano che il toro si scateni e mi infilzi». É il vento che ha inguaiato Salvatore Tolone.É il vento che oggi lo fa vivere fuori casa, consegnato alla paura e all’ idea che quelli lì lo possano far fuori per davvero: «In Calabria può capitare che ti sparino perché intralci, ostruisci, “deludi” le loro spettative… Ma ancora non ho paura…». Il vento di Girifalco, tra Catanzaro e Lamezia Terme, soffia forte e, quel che più conta, soffia per molti mesi all’ anno. Le colline lo incanalano nelle vallate, i costoni lo bloccano fino a sequestrarlo. É vento buono per un grande parco eolico, il business energetico di questi anni. La vita di Tolone, che insegna all’ università di Napoli, resta inchiodata al paese natìo, il grumo di case dominato dalle ‘ ndrine più violente della regione. La sua vita cambia quando anche i suoi terreni risultano ghiotti per far girare le pale immense, gli uccelli d’ acciaio che produrranno energia.


In paese del parco si inizia a parlare nel 2005 quando una società di Reggio Emilia, la Brulli Energia, presenta il progetto per la realizzazione di sedici torri della potenza di due megawatt ciascuna. La Brulli, precisiamolo subito, è un’ azienda tecnicamente affidabile, solida finanziariamente e con decine di realizzazioni in Italia. Però a Girifalco le cose non vanno come dovrebbero. Il progetto viene approvato il 2006 dal consiglio comunale (delibera n.13 del 24 marzo). Quindi il mese successivo, il 12 aprile, è firmata la convenzione con la società. Ma le parole utilizzate per illustrare il piano d’ opera hanno subito misurato una certa distanza con gli intendimenti reali: infatti nel testo della convenzione il parco eolico, progettato per produrre 32 megawatt di energia, cambia passo e la produzione punta a 44 megawatt. Le sedici torri proposte e approvate divengono dunque ventidue. Tolone ha estese proprietà e si accorge di un errore che nessuno, né i tecnici della società promotrice né quelli del comune, aveva avuto modo di notare. Più che errore si potrebbe dire, a voler essere maliziosi, un nitido falso. Le mappe catastali sulle quale sono state individuate le torri risultano alterate nella scala di rappresentazione: 1: 2500 invece che 1: 2000. Scala più ampia e distanze allungate. Ma soprattutto sbianchettate, alleggerite dal panorama ottanta abitazioni, e ridisegnate le distanze minime necessarie per realizzare quelle torri così alte in modo da rispettare i limiti di legge: non meno di 500 metri devono separare una casa da una torre. Ottanta case c’ erano e non ci sono. Le distanze inghiottite nel nulla. Rese inesistenti. «Per errore», ammetteranno al comune. Tolone, forte della scoperta e prima che scadanoi termini per le osservazioni e le deduzioni, invia il 28 aprile del 2007 al settore Tutela dell’ Ambiente della Provincia di Catanzaro le sue prove e le sue contestazione. Ricorso ricevuto e protocollato (prot. n. 31328/07). Passa un mese e poco più. 7 giugno 2007: il giovane docente dopo aver presentato un libro a Reggio Calabria si dirige con la sua auto a Lamezia Terme. La parcheggia proprio di fronte alla caserma dei carabinieri. Gli sembra sia meglio custodita. Si avvia alla stazione ferroviaria e sale sul treno per Napoli. Alle sei del mattino del giorno seguente i carabinieri di Lamezia gli comunicano che l’ auto è deflagrata. La bomba, lato autista, è esplosa nella notte. La bomba, dunque. Primo avvertimento. Ma Tolone si sente torero e continua a sfidare il toro… Entra in Procura, a Catanzaro, il 17 luglio del 2007 e denuncia ogni cosa: le mappe alterate, le stranezze evidenti, le cointeressenze inquietanti. Tempo quindici giorni e si accorgerà che le sue inquietudini non sono terminate perché la Regione Calabria l’ 8 agosto 2007 (decreto 11928) autorizza il parco eolico visto che ogni cosa è al suo posto e considerato «che non sono pervenute osservazioni da parte dei soggetti interessati». Non sono pervenute osservazioni? E la sua del 28 aprile cos’ era? C’ era appunto scritto osservazioni. Aveva dedotto, provandolo, che le mappe erano false. Non era una osservazione utile? Tolone inizia a capire come gira il vento a Girifalco. E soprattutto dove esso giri. Le ruspe cominciano ad invadergli il terreno in modo abusivo; vengono incanalate le acque in modo che la sua proprietà si allaghi; vengono apposti picchetti annunciando il futuro prossimo. Lui ogni volta corre dai carabinieri e sporge querela. Un giorno lo fermano e gli dicono: «Mettiti d’ accordo, prendi i soldi e falla finita». Il nostro torero si dirige in procura per capire e domandare che fine abbia fatto il suo esposto. Bussa alla porta dell’ archivio. La sua denuncia, il vento che gira contro le leggi, le case sbianchettate, le distanze annullate, i progetti alterati, non ha avuto seguito. Procedimento n. 2252/2007 destinato alla morte anticipata: al famigerato modello 45. Archiviazione. La Procura avrà avuto sicuramente buoni motivi per fare questa scelta, ma Tolone decide che non è giunto il momento di fermarsi. Si convince che non è giusto scappare. Certo, gli hanno appena incendiato il trattore, è il secondo avvertimento. In genere al terzo ti sparano. Ritorna a Catanzaro e chiede in Procura di riavere copia delle sue carte. Non gliele danno. Anzi, quel fascicolo, apparso morto, torna in vita e viene affidato a un pm della direzione distrettuale antimafia. I mesi però passano invano. Tutto il 2008 se ne va senza che che foglia si muova. E così il 2009. Le pale si alzano lentamente. Sono dodici quelle finora realizzate. Ma il 4 marzo scorso uno di quei grandi uccelli d’ acciaio, la torre B1, prende fuoco. Incendio doloso, chiaro indizio che gli appetiti non sono stati sfamati a dovere. La ‘ ndrangheta, che ha già presentato il conto, non è abituata ad avvertire più di una volta. In questo caso siamo già a due avvertimenti. «So che al terzo non c’ è scampo: mi spareranno». Il professor Tolone, liberale di buona famiglia, bibliofilo e giramondo, oggi torero di Girifalco, aspetta. E ancora spera che qualcuno si accorga di lui e del vento assassino. (ha collaborato Giuseppe Baldessarro) – ANTONELLO CAPORALE

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